mercoledì 27 aprile 2011

Solo Dio ha la medicina per ogni cosa

"Una mela al giorno toglie il medico di torno".


Non è il cattivo pensiero del Biologo Nutrizionista.  E' un detto popolare! 

 Sfortunatamente la mela non è dotata di questo magico potere, anche se è indubbiamente un frutto dalle molte proprieta':  contiene discrete quantita' di vitamina A e C e di fibre altamente digeribili. 
Questo detto popolare deve  essere interpretato in senso piu' generale: significa che un' alimentazione corretta e uno stile di vita sano servono ad allontanare i guai e chi , con la cura, deve porvi rimedio.


La diagnosi è un atto medico che riconosce una malattia.
Ma è un atto medico anche  la prevenzione?
La "prescrizione" è un atto medico.
Chi ha prescritto che "una mela al giorno toglie il medico di torno"?.

Serve il medico anche per questo?

A proposito,  l' emerito professor Del Toma  sembra essersi contraddetto.
Sembra che ce l'abbia con i suoi colleghi medici poco informati.

Riporto un suo scritto:
“Chi ha una quotidiana consuetudine con l’ambulatorio diabetologico sa quanto spesso ancora oggi si presentino dei diabetici che identificano la dieta nella sola esclusione dello zucchero e dei dolciumi ed in una sostanziale riduzione di pasta , riso, pane, patate e legumi.
A questa non indifferente aliquota di pazienti va poi affiancato il gruppo di coloro che hanno ricevuto dal medico curante uno di quei vecchi stampati, in forma di ricettario, infarcito di proibizioni e di generiche raccomandazioni, oppure un modernissimo e dettagliato elaborato del computer  che nel rigore e nella fissità delle scelte  finisce per deprimere il morale dei pazienti o per scoraggiarne la collaborazione in mancanza di qualsiasi personalizzazione ed “accomodamento” con le esigenza di vita del paziente”.
E ancora …
"La proibizione assoluta del  saccarosio ha rappresentato un dogma  nel trattamento dietetico  del diabete fino al punto che, ancora oggi, molti diabetici e non pochi medici identificano in questa specifica limitazione tutto il problema dietetico, incorrendo poi in una serie di errori  (diete ipercaloriche, quota lipidica eccessiva con basso rapporto P/S, ecc.) che si ripercuoteranno in maniera ben più grave sull’equilibrio metabolico ed indirettamente sulla comparsa e sull’aggravamento delle tipiche complicanze diabetiche".
Da Dietoterapia e Nutrizione Clinica
Ed. il Pensiero Scientifico.


Il mio unico commento è una frase di Simonide (555 - 467 a.C.)

"Solo Dio ha la medicina per ogni cosa".

mercoledì 20 aprile 2011

Diffondo dopo averne ricevuto autorizzazione la seguente comunicazione del Presidente A.B.N.I. Dott. Sergio Pacini


Gentili colleghi,
molti di voi hanno visto la trasmissione dell’11 Aprile nella quale è intervenuto il dott. D’Antonio.
Ho letto, e mi sono stati riferiti giudizi negativi sul comportamento del collega. 
Ho potuto vedere la trasmissione solo in differita il giorno dopo e posso con la massima tranquillità dirvi che, a mio parere, D’Antonio ha avuto un comportamento corretto e civile a cui si è contrapposto un terzetto di personaggi dalla condotta discutibile.
Il conduttore Sposini che incalzava con una domanda sbagliata: perché il Biologo non può prescrivere diete! Più volte D’Antonio gli ha ripetuto che la domanda corretta da porre a lui era: perché il Biologo PUÒ prescrivere diete.
Una attrice, certamente una “non addetta ai lavori” se non per i suoi molteplici ed evidentemente fallimentari tentativi di migliorare il suo aspetto attraverso le diete, cosa che la stessa ha ammesso in alcune sue interviste passate, che è costantemente intervenuta sovrapponendosi a D’Antonio ed impedendogli di fatto di portare a termine i concetti da esprimere. La stessa ha affermato che non andrebbe mai da un Biologo: è un’opinione o un preconcetto?
Ed infine un Del Toma  incapace di controllarsi, con atteggiamento supponente ed in alcuni casi anche offensivo (quando ha affermato che i biologi non sanno cos’è la statosi epatica) che ha continuato a disturbare per tutto il tempo.
Auguro al dott. Del Toma (classe 1930) di trascorrere in maniera più serena le sue giornate visto che è notorio che certi stati d’animo “nuocciono gravemente alla salute”.

Insomma un classico caso di cattiva televisione dove all’informazione corretta si è preferito dare spazio a pessimi personalismi. Sembrava tutto preparato.

Ho apprezzato D’Antonio perché poteva anche lui alzare la voce, poteva anche lui interrompere gli altri sovrapponendosi e non lo ha fatto. Ha dato ai presenti una lezione di educazione e di civiltà.

Da parte nostra dovremmo essere un po’ più compatti nel difendere la categoria.
Io invito tutti i colleghi che hanno la possibilità di intervenire su giornali o televisioni, anche locali, di attivarsi per far conoscere meglio la nostra figura professionale.
Un caro saluto
Sergio Pacini – Presidente A.B.N.I.

mercoledì 13 aprile 2011

Lettera aperta a Simona Izzo


Cara Simona Izzo,
so che le sue intenzioni non erano quelle di screditarmi, e credo che se ci fossimo conosciute qualche anno fa avrebbe potuto cambiare idea su di me.
Su di me e su tanti miei Colleghi che a pieno titolo svolgono la propria professione con onestà ed impegno.
Lei ha fatto, com’è giusto, le sue scelte, come noi le nostre.
Non abbiamo voluto fare il medico. Abbiamo scelto di fare il Biologo Nutrizionista.
La stimo molto e seguo da sempre le vicissitudini che lei ha dichiarato aver avuto con i medici.
Ho letto le sue interviste. Quella del luglio 2006 sulle due disavventure medico-estetiche per  una seduta laser e quella che a me sta più a cuore, antecedente, del luglio 2005 a firma di Margherita de Bac  su quante e quali diete avesse seguito senza risultati.
Immagino  che si sia sempre rivolta a medici di alto livello e di averne però cambiati molti.
Sembrava di aver trovato quella giusta, quella che le aveva consentito di mangiare il suo adorato gelatino.
Mi piacerebbe sapere se è il medico che continua a seguirla anche oggi per fare insieme qualche riflessione.
Avrei da farle anche altre domande  e le sarei grata se mi rispondesse.
Perché non si rivolgerebbe mai ad un Biologo Nutrizionista?
Lo sa che è un Professionista qualificato e autorizzato legalmente a svolgere la sua professione?
Lo sa che la non la farebbe sentire un ammalato e difficilmente la invierebbe in farmacia ma l’aiuterebbe a gestire in maniera sana la sua alimentazione?
Lo sa che il Biologo Nutrizionista conosce molto bene gli alimenti, la loro composizione, la loro funzione, il loro valore e gli effetti  da essi provocati su alcune patologie?
Sa che, in media, una visita di un Biologo Nutrizionista non dura mai meno di un’ora?  Sa che anche i successivi controlli durano a lungo?  Mi permetta di dirle perché ciò avviene: perché il Biologo Nutrizionista vuole stabilire, prima di tutto, un rapporto umano, sapere chi è la PERSONA, e non il PAZIENTE,  che ha  di fronte, non solo quanto pesa e quanto vorrebbe pesare.  Il Biologo Nutrizionista sa che il successo di ciò che superficialmente viene definito Dieta dipende fondamentalmente dal rapporto umano che si riesce a stabilire tra due persone che devono percorrere insieme, sia pure con ruoli diversi, un percorso educativo.
E se non lo sa perché mai ha messo in cattiva luce questa figura che ha un ruolo molto importante nella prevenzione  e che tanto può fare per il benessere delle persone?
Cara Simona, la invito al rispetto e le auguro,  con grande sincerità e solidarietà “da donna a donna” di ritrovare presto la sua tanto desiderata forma fisica.
Dott.ssa Rosa Lenoci
Biologa Nutrizionista

martedì 12 aprile 2011

Io Posso




Sono un Biologo Nutrizionista:

Posso: elaborare diete in funzione dei fabbisogni nutritivi e intolleranze alimentari;
Posso: elaborare diete destinate a soggetti sani e a soggetti cui è stata diagnosticata una patologia;
Posso: prescrivere integratori alimentari.
 Sentenza del Consiglio di Stato n.6394/05 

Posso: elaborare, in autonomia, profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio "benessere", quale orientamento nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute.
Parere Consiglio Superiore di Sanità 2009